Oggi prendiamo spunto da una splendida storia di sport.
Lui è Kevin, ragazzo affetto da sindrome di Down.
Kevin gioca a basket e il video dei sui 14 punti ha fatto il giro del mondo tramite il web. Ora Kevin realizzerà il suo sogno e sarà, per due giorni, un giocatore NBA.
Sport e disabilità sembrano due mondi che viaggiano su rette parallele, ma in realtà non potrebbero essere più vicini.
Perchè lo sport non è solo prestazione in senso assoluto, ma è IL MEZZO per veicolare educazione, rispetto delle regole, voglia di migliorare e migliorarsi, emozioni a cascata. Che questi aspetti non riguardino il mondo della disabilità?
Sostenere il benessere nel campo della disabilità significa riuscire a promuovere le 3A : autonomia, autoefficacia, autostima.
Imparare un gesto tecnico, qualunque esso sia, è un atto di autonomia sia fisica che mentale. Riuscire nell’atto sportivo nutre il senso di autoefficacia e rafforza l’autostima. E le emozioni collegate alimentano questo circolo virtuoso, spronando la persona al massimo delle sue potenzialità.
Come detto, lo sport è IL MEZZO per instaurare questi meccanismi, che più vengono resi abitudinari, più possono essere generalizzati alla vita quotidiana. Lo scopo è quello di raggiungere la miglior qualità della vita possibile per il singolo individuo.
La storia di Kevin sembra il caso, il sogno che si avvera. Ma è anche l’esempio di come possa essere utilizzato lo sport, della potenza di questo mezzo così “di tutti i giorni” da essere adattabile a ogni persona, in ogni situazione.
M.M.